Il percorso di visita

  1. La storia in breve
  2. La cattedrale verde
  3. La fauna della cattedrale verde: l’assiolo
  4. Il viale dei tigli è monumentale
  5. Il campanile
  6. La chiesa
    1. La navata
    2. L’altare e l’abside
  7. Maria Regina delle Mamme
  8. Il torrente Lavino

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    La storia in breve

    Fotografia tratta da @Wikipedia.

    Fu Matilde di Canossa a far costruire il primo nucleo della Chiesa che successivamente venne modificata e ampliata in diversi momenti storici per essere infine completamente ricostruita intorno al 1885 e orientata verso la nuova strada di Rigosa. Tra il 1912 e il 1924, durante la reggenza del Canonico Alberto Matteuzzi (primo parroco di Rigosa), fu inaugurata la nuova facciata in stile tardo neoclassico, caratteristico delle chiese di campagna della pianura bolognese; fu risistemata internamente e furono costruite la sagrestia, la casa del campanaro, la sala parrocchiale, l’asilo e le scuole (attualmente non in uso). Il campanile, contenente cinque campane ancora funzionanti, la copertura e le facciate hanno visto recentemente importanti interventi di manutenzione sostenuti attivamente dai cittadini del borgo. I 26 esemplari di Tilia tomentosa, lungo il viale di accesso alla Chiesa, hanno un valore monumentale, sottoposti a tutela della Regione Emilia-Romagna (decreto n. 1194 del 1994) conferiscono un notevole valore paesaggistico a questo luogo già ricco di storia e cultura.

    Approfondimenti storici:

    le origini, epoca medievale, epoca moderna

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    La cattedrale verde

    Il viale dei 26 tigli, formano da 110 anni una cattedrale verde attorno ai fedeli che arrivano a Rigosa. Lo dimostra anche questa fotografie.

    Esistono nel mondo altre cattedrali verdi costruite da artisti.
    Come quella di Marinus Boezem in Olanda, presso Almere.
    Oppure come quella di Giuliano Mauri, che si erge ai piedi del Monte Arera, nei pressi della città di Bergamo.

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    La fauna della cattedrale verde: l’assiolo

    La foto è stata ricavata da Wikipedia

    Durante le notti di maggio e giugno è facile udire il suo tipico verso “chiù”, ripetuto insistentemente per tutta la notte. Si tratta del più piccolo uccello rapace migratore (della famiglia degli strigidi) delle nostre parti. Nidifica nei buchi dei tronchi di qualche tiglio del viale, ad esempio nel tiglio vicino alla casa del sagrestano.

    Anche Giovanni Pascoli vi dedicò una poesia, nella raccolta Myricae [a, b].

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    Il viale dei tigli è monumentale

    Il doppio filare di tigli centenari è unico sul territorio di Bologna. Il viale ha valore monumentale ed è sottoposto a tutela da parte della Regione Emilia-Romagna (decreto n. 1194 del 1994).

    Nella classificaizone scientifica il nome della specie è Tilia Tomentosa. Sono alberi della famiglia delle Malvaceae. Un infuso a base di fiori di Tilia Tomentosa è antispasmodico, diaforetico e sedativo. Ciò può essere attribuibile alla presenza di leganti farmacologicamente attivi del recettore delle benzodiazepine. [1] [2]

    Secondo la letteratura specializzata, sono alberi che possono arrivare a 20-35 m di altezza [3]. Infatti alcuni tigli del viale raggiungono approssimativamente l’altezza di 30-35 m, decisamente più alti della croce presente sul campanile, alta 25 m.

    I fiori sono di colore giallo pallido, ermafroditi, prodotti in grappoli da tre a dieci da metà a fine estate; hanno un forte profumo e sono impollinati dalle api mellifere. Il frutto è una drupa secca simile a una noce lunga 8–10 mm, lanuginosa e leggermente nervata.

    Questa specie di tiglio è diffusa in europa sud-orientale [4]. In Romania, nella città di Iași, ne esiste un esemplare vecchio di 500 anni.

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    Il campanile

    Il campanile, le campane e le gare campanare

    A Rigosa sono presenti le campane sin dal 1820. Due secoli fa erano solo tre, poi dal 1934 sono diventate cinque, per un totale di 857,5 kg:

    • la maggiore (o grossa)
    • la mezzana
    • la mezzanella
    • la quarta
    • la piccola

    Nel 1961 i campanari di Rigosa ricevono anche un diploma dall’Unione Campanari Bolognesi (firmato dall’allora presidente Stelio Luminasi)

  • 6. Audio

    La chiesa

    La navata

    L’altare e l’abside

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    Maria Regina delle Mamme

    Questa statua di Madonna col Bambino è stata realizzata da Nicola Zamboni (Bologna, 1943 – 2023), un artista che ha arricchito il territorio bolognese, l’Italia e il mondo di bellezza. Le sue opere sono principalmente caratterizzate da figure umane e di animali a grandezza naturale modellate con varie tecniche e materiali, dalla ceramica al legno e dal cemento al rame. Vedere la pagina dedicata di Wikipedia per maggiori informazioni sull’artista.

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    Il torrente Lavino

    Il torrente Lavino sorge in località “Croce delle Pradole” a 687 mslm, a sud-est di Monte Pastore. Il torrente raccoglie le acqua dei fossi, degli scoli, dei canali, dei rii e dei suoi affluenti dalle colline bolognesi.,

    Narrano gli storici che l’alveo dell’antico “Lavino” confluiva nel fiume Reno, scendendo dalle colline di Gesso, passando per Olmetola, Borgo Panigale, lambendo la zona sud di San Vitale di Reno.

    Di questo alveo, attivo in epoca romana, è rimasta una traccia evidente nel “Canalazzo”, che dal “Morazzo” attraversa Casteldebole.

    In tempi successivi le innondazioni del Reno si espansero ed alzarono il terreno, costringendo il Lavino a scaricarsi più a ovest negli acquistrini e non essere più un affluente del Reno.

    Nelle paludi di Rigosa già esisteva uno scolo chiamato “Lavinello”, che era un affluente del Samoggia, nella zona di Forcelli. Attorno all’anno 1000 le autorità e gli abitanti favorirono la deviazione del Lavino nel Lavinello, fino alla strada Persicetana. Il nuovo Alveo fu prima chiamato “Lavino Nuovo”, per poi chiamarsi definitivamente “Lavino”.

    Sul finire del 1600 e l’inizio del 1700, il torrente ancora poco protetto da argini, cambiò di nuovo il percorso, avvicinandosi alla fiancata nord della chiesa di Rigosa, deviando verso est. Questo prima dell’anno 1740.

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“Lungo la strada c’è un tiglio e là, per la prima volta, ho trovato riposo nel sonno! Sotto quel tiglio, che i suoi fiori lasciava cadere su di me come neve, ho dimenticato come fa male la vita e tutto, ah, tutto fu di nuovo bello! Tutto! Amore e dolore, mondo e sogno!”

Estratto da: “Canti di un viandante”
Gustav Mahler – * Vienna (Austria), 7 luglio 1860 – † Vienna (Austria), 18 maggio 1911

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