Sommario

  1. La storia in breve
  2. Le origini
  3. L’approfondimento storico

La storia in breve

Fotografia tratta da @Wikipedia.

Fu Matilde di Canossa a far costruire il primo nucleo della Chiesa che successivamente venne modificata e ampliata in diversi momenti storici per essere infine completamente ricostruita intorno al 1885 e orientata verso la nuova strada di Rigosa. Tra il 1912 e il 1924, durante la reggenza del Canonico Alberto Matteuzzi (primo parroco di Rigosa), fu inaugurata la nuova facciata in stile tardo neoclassico, caratteristico delle chiese di campagna della pianura bolognese; fu risistemata internamente e furono costruite la sagrestia, la casa del campanaro, la sala parrocchiale, l’asilo e le scuole (attualmente non in uso). Il campanile, contenente cinque campane ancora funzionanti, la copertura e le facciate hanno visto recentemente importanti interventi di manutenzione sostenuti attivamente dai cittadini del borgo. I 26 esemplari di Tilia tomentosa, lungo il viale di accesso alla Chiesa, hanno un valore monumentale, sottoposti a tutela della Regione Emilia-Romagna (decreto n. 1194 del 1994) conferiscono un notevole valore paesaggistico a questo luogo già ricco di storia e cultura.

Le origini

Da un documento ufficiale, datato 17 marzo 1102, Matilde di Canossa ottenne il permesso di erigere una cappellina dedicata a “Santa Maria Vergine” a Rigosa. La vogliamo ricordare nell’anniversario della sua morte che avvenne il 24 luglio 1115 a Bondeno di Roncore (Reggio Emilia).

Era nota anche come la Gran Contessa (magna comitissa) una delle figure più importanti e interessanti del Medioevo italiano: vissuta in un periodo caratterizzato da battaglie, intrighi e scomuniche, seppe dimostrare forza e coraggio straordinari, mostrando un’innata attitudine al comando. La sua fede nella Chiesa di quel tempo le valse l’ammirazione e il profondo rispetto di tutti i suoi sudditi.

Matilde morì di gotta alla vigilia di San Giacomo, il santo cui Matilde negli ultimi mesi aveva fatto erigere una chiesa proprio davanti alla sua camera da letto, per poter assistere alle funzioni in quanto era ormai inferma. Venne sepolta in San Benedetto in Polirone (San Benedetto Po) poi per volere del papa Urbano VIII la sua salma venne traslata a Roma in Castel Sant’Angelo per poi trovare una collocazione definitiva nella Basilica di San Pietro sempre a Roma, la sua tomba, scolpita dal Bernini, è detta Onore e Gloria d’Italia.

Matilde ha lasciato un segno molto consistente nella nostra cultura e nella nostra letteratura e naturalmente attorno alla sua figura sono nate numerose leggende che possiamo benissimo definire “ciclo matildico”.

L’approfondimento storico

Le prime memorie di questo antico complesso risalgono al IX secolo. Il primo documento ufficiale che tratta del complesso ecclesiastico è del 17 marzo 1102, nel quale viene riportato che la contessa Matilde donò all’Abbazia di Nonantola la Curtem Raigosole cum “Ecclesia dedicata in Honore Beatissime Virginis Marie”.

I monaci di Nonantola passarono successivamente il controllo di Rigosa all’Abbazia di Felonica presso Mantova come risulta da un documento dell’Archivio Capitolare del 10 maggio 1264. Nicolò I da Rigosa fece ricostruire l’edificio nel 1485 dotando la Chiesa di cespiti di rendita per il mantenimento dei rettori ed ottenendone il giurispadronato che trasmise ai sui eredi fino al 7 febbraio 1641 quando l’ultimo erede, Nicolò II Rigosi, la donò al conte Edoardo Pepoli.

Da un rogito del 1611 risulta che il beneficio di Rigosa ammontava a 67 tornature di terra che i rettori della Chiesa nel XVII sec. non risiedendo in loco, diedero in enfiteusi al Marchese Girolamo Albergati per non avere problemi amministrativi. L’enfiteusi fu errore
grave che fu pagato secoli dopo da Don Pietro Fridiani (1875-1909) e da Don Alberto Matteuzzi (1909-1965) costringendoli a cedere gran parte delle terre per chiudere il diritto perpetuo.

Proprio durante il rettorato di Don Fridiani nel 1886 furono eseguiti lavori importanti che rivoluzionarono completamente l’organismo edilizio invertendo l’ingresso da ponente a levante e, conseguentemente, realizzando l’abside al posto della vecchia porta d’ingresso nella configurazione spaziale in cui si trova ora. In tarda età, don Pietro, sentendosi un giorno mancare durante la celebrazione di una Messa, aprì il tabernacolo e fattosi porgere una sedia, reclinò il capo sull’altare e lì volle morire (1909) in adorazione di Gesù Eucaristico, sotto le volte di quella chiesa che con tanti sacrifici aveva edificato.

Durante la reggenza del Canonico Alberto Matteuzzi, primo parroco di Rigosa dell’epoca moderna, durata 56 anni dal 1909 al 1965, fu inaugurata la nuova facciata in stile neoclassico (1912), furono fatte opere di risistemazione interna alla chiesa (1924), furono costruite la sagrestia, la casa del campanaro (1925), la sala parrocchiale, l’asilo e le scuole. Padre Cornelio Abbondanti (1965-75) fece installare l’impianto di riscaldamento della chiesa e Don Libero Nanni (1975-2003) provvide a restaurare il campanile nell’anno 2000.

Attualmente i quattro prospetti del campanile e la facciata si caratterizzano per la presenza dell’ordine tardo neoclassico semplificato caratteristico delle chiese di campagna minori della pianura bolognese.

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